mercoledì 30 dicembre 2015

^Sigh^Life! - Peggio di così, si muore

Avevo parlato il mese scorso di uno dei peggiori esordi Bonelli degli ultimi anni, date le premesse e le aspettative create dall'autore.
Oggi torniamo a Morgan Lost di Claudio Chiaverotti, con il suo numero tre. E sarò molto breve.
Iniziamo da questa immagine.



L'unica cosa vitale di questa immagine, e di tutto quello che precede l'ultima pagina di questo albo, è la tovaglia su cui il fumetto è posato, con briciole annesse.
Mr. Sandman è un manuale di (non)sceneggiatura per profani. Ho provato a "posizionarlo", leggendo alcune parti di questo fumetto a una persona non esperta. Non c'è appello.
Siamo di fronte a un sentimentalismo che neppure un adolescente in calore. Alla necessità esasperata di esplicitare qualunque cosa nei dialoghi. A costruire la sceneggiatura in modo che tutto sia inverosimile e forzato. A cercare una sofisticazione derivativa priva di qualunque originalità, arroccata intorno a un'idea di fumetto che non avrebbe dovuto sopravvivere alla selezione della specie.
Quel che resta, sono davvero solo le briciole sul tavolo.

"Addio amore mio.. sarebbe.. è stato bellissimo. Anche se per così poco..."
(ovvero per una breve relazione sono morte tre persone, altrettante hanno rischiato la vita, compreso i protagonisti, e tutto senza che se ne arrivasse a una...)

domenica 20 dicembre 2015

Dylan Dog 351 - In fondo al male

^Sigh^Score! 4/6

Quando una cosa viene semplice
come la si complica?
Prendere il ritmo, prendere piede.
Forse il male deve ancora venire.
Il movimento intorno a quel volto
che mai si compone nel suo mezzo
ricorda l'offesa di essere dove non vuoi.
Il tuo posto. Anche questo. Fallo tuo!


info: dylan dog 351

martedì 24 novembre 2015

^Sigh^Life! - Come (non)funziona una nuova serie, ovvero smentire le premesse



Il mese scorso la Sergio Bonelli Editore ha iniziato la pubblicazione di una nuova serie, Morgan Lost, ideata e sceneggiata da Claudio Chiaverotti. Non mi dilungo sulle strategie della casa editrice, sulle alterne vicende delle nuove serie, sul tentativo di recuperare fette di mercato, o l'attenzione di nuovi lettori.
Trovo invece interessante condividere una riflessione su quello che non è Morgan Lost e vorrebbe essere, almeno da quanto si è potuto vedere nei primi due numeri, che rappresentano insieme una storia auto-conclusiva.

In Morgan Lost ci sono due elementi di forte discontinuità rispetto alla "tradizione" Bonelli che emergono a prima vista: la colorazione e le copertine.
La prima è realizzata in scala di grigio e rosso, per tentare di inscenare un contesto visivo cupo e violento (il rosso come simbolo del sangue, della violenza, ecc.). L'idea viene immediatamente banalizzata e impoverita dalla didascalica spiegazione che ne dà Chiaverotti nel primo numero. Per problemi fisici, il protagonista ha un problema di daltonismo che gli permette di vedere solo il rosso. Voilà, il meccanismo visivo è sputtanato. Intanto perché questa spiegazione suggerisce una lettura "in soggettiva" della realtà che l'autore non si impegna minimamente a rispettare, in secondo luogo perché ... una spiegazione per questo tipo di scelta non era necessaria. Soprattutto non a parole, all'interno di un dialogo come un altro, messo lì apposta per rassicurare i lettori.



Le copertine sono interessanti, potenti, di chiara derivazione statunitense, con una forte strizzata d'occhio a un periodo, quello dei primi anni Duemila, in cui la perizia grafica di alcuni autori aveva allargato il concetto di copertina "concettuale". Lo sviluppo grafico delle prime tre cover, quindi, raggiunge l'obiettivo di marcare una netta differenza rispetto a quanto fatto finora in casa Bonelli, con una rappresentazione non piatta e banale dell'eroe bonelliano. Prospetta anche una maturità dei contenuti, sia in termini di tematiche, che in termini di linguaggio, che purtroppo la narrazione elude clamorosamente.

Non è difficile impostare bene le premesse di una nuova serie. Neppure avviare una nuova storia suscitando curiosità o mistero. E questo Chiaverotti sembra saperlo. Le prime cinquanta tavole di Morgan Lost 1 sono all'altezza delle aspettative introdotte da copertina, colorazione, cura dei disegni, comunicati stampa e introduzione dell'autore. Il lettore attento, tuttavia, gira pagina una dopo l'altra temendo lo scivolone dentro ogni vignetta. Si legge lo sforzo di Chiaverotti di cercare una sofisticazione formale che si muova in equilibrio tra forza di rottura e mansuetudine tradizionalista. Inutile quindi dire che gli scivoloni arrivano. Il didascalismo già citato in merito alla colorazione è diffuso, e segno della mancanza di fiducia nei lettori, da un lato, e nei propri mezzi narrativi dall'altro. Sia il linguaggio utilizzato nei baloon che le scelte visive nei disegni denotano una totale mancanza di coraggio e una pigra ricerca di soluzioni nell'impostare lo story-telling. Chiaverotti si inserisce in una tradizione narrativa violenta, diretta, eccessiva, usando le pantofole di stoffa, o i guanti di velluto, o qualunque altra metafora del caso. Più semplicistica la metafora, più siamo vicini alle scelte narrative di Chiaverotti. Che si coronano in una conclusione del secondo numero dove tutto viene gettato alle ortiche.



Come dicevo, non è difficile iniziare bene, ma è molto complesso tirare le fila e non mandare tutto all'aria. Perché è come concludi la storia, come ne gestisci i momenti di passaggio cruciali, i cosiddetti turning point, che emerge la tua capacità tecnica e la tua cifra stilistica. Ebbene, Morgan Lost 2, a partire dalle prime tavole, è un susseguirsi di soluzioni banali, convenzionali, goffe e didascaliche, condotte attraverso dialoghi fuori registro e lunghe spiegazioni anti-climax come non ne leggevo dai tempi dei peggiori Dylan Dog del famigerato periodo Gualdoni. 
Di fronte a tutto questo, anche lo scenario più interessante e le premesse più avvincenti franano miserabilmente. E né lo scenario né le premesse di Morgan Lost erano così potenti. Quindi, in conclusione, avviene semplicemente un triste precipizio logorroico e noioso fino alla necessaria parola "fine".  Peccato, perché pur con tanti dubbi e un po' di sfiducia, all'inizio ci avevamo sperato.

^Sigh^LIfe! - Intervista agli autori di Anubi per Bilbolbul 2015



In occasione del festival di Bilbolbul appena concluso, ho intervistato Marco Taddei e Simone Angelini, gli autori di Anubi (Grrrz). Una parte dell'intervista la trovate qui.
L'integrale andrà su Lospaziobianco.it insieme ad altri approfondimenti.
Di seguito uno stralcio.

Uno dei temi centrali del volume è la dipendenza, da sostanze, affettiva, … ma anche qualcosa di più sottile. Una sorta di dipendenza dalla mediocrità, dal povero conformismo dell’anticonformismo e dello sfacelo. Quanto di questi spunti vengono dalla vostra esperienza personale, diretta o indiretta?Marco: Penso che basti dire che viviamo in un mondo mediocre che offre poco ma che al contempo ti stimola in continuazione ad essere il primo della classe. In un mondo così, chi si gode il proprio fallimento fa un atto sincero di autocoscienza. Un Dio che ha perso tutto, anzi un Dio perdente, forse demente, è l’immagine estrema ed iconica di questo fallimento totale e senza salvezza.Simone: E’ la vita di tutti i giorni fatta di dipendenze, di mediocrità, di cose senza senso.Vorrei essere plancton.

mercoledì 18 novembre 2015

Adam Wild 13 e 14

^Sigh^Score! 4/6

L'ossessione per gli animali.
Tratti psicopatologici o principi
che hanno guidato le azioni del mondo?
Dentro agli zoo della politica
si muovono dense nuvole di giochi
che tornano ad emozionare gli osservatori.
Le cose appaiono in efficace squilibrio.
Peccato che la confezione sia inguardabile.


info: adam wild di gianfranco manfredi

martedì 17 novembre 2015

^Sigh^Life! - Intervista a Tiziano Angri per BilBOlBul



Per BILBOLBUL, il festival del fumetto che si terrà a Bologna il prossimo week-end, ho intervistato Tiziano Angri per parlare del suo primo libro con Coconino Press, L'unica voce, che è anche la sua prima storia lunga.
Ecco uno stralcio dell'intervista, che puoi trovare per intero qui.

In senso più lato, L’unica voce si occupa della solitudine, del rapporto con le sfide del diventare adulti e trovare un’identità all’interno della nostra società. In quale chiave hai scelto di occupartene?
La chiave principale sta nel disequilibrio che anima la mente e i corpi dei due protagonisti.
La malattia li isola costringendoli ad una vita ai margini e i loro corpi finiscono per subire ogni genere di vessazione, quasi che quel dolore faccia parte di quel rito di passaggio verso il mondo adulto (sebbene entrambi i personaggi hanno varcato anagraficamente da tempo quella soglia).

Orfani: Nuovo Mondo 2 - Madri guerriere

^Sigh^Score! 2/6

Niente.
Di nuovo in viaggio a salvarsi la pelle.
Niente.
Di nuovo lei che va a caccia degli altri.
Niente.
Di nuovo gente che ammazza gente.
E gente che sopravvive.
Niente.

info: Orfani - Nuovo Mondo 2

venerdì 13 novembre 2015

^Sigh^Life! - L'intervista a Vanna Vinci



Online sul blog di BILBOLBUL l'intervista a Vanna Vinci che ho realizzato in relazione al suo coinvolgimento nel festival di fumetto e il Bologna Jazz Festival.
Qui di seguito uno stralcio:

Che legame hai con la musica jazz?
Io ho ascoltato jazz da quando ero bambina, perché alle elementari mi hanno regalato un giradischi, con cui ascoltavo le canzoni dello zecchino d’oro, che però dopo un po’ mi scocciavano. Così avevo trovato a casa dei dischi di Bix Beiderbecke, Billie Holiday e altri jazzisti, anche dixieland, che sono diventati la colonna sonora della mia infanzia e adolescenza. Era un jazz molto antico, anni venti, ma tuttora è la musica che sicuramente rappresenta la mia formazione, e mi emoziona davvero tantissimo ascoltarla e riascoltarla. Un altro disco che ha segnato un lungo periodo della mia vita, e al quale sono profondamente legata, è Desafinado di Coleman Hawkins. Sono tutti dischi che se li risento inaspettatamente mi danno una sensazione profonda e fortissima.

Tutta l'intervista qui.

martedì 10 novembre 2015

^SIgh^Life! - I ritratti del jazz di Vanna Vinci per BILBOLBUL

Da qualche giorno Bologna è tappezzata di ritratti di jazzisti famosi disegnati da Vanna Vinci.
Ho realizzato un'intervista con lei, che a breve sarà online sul blog di BILBOLBUL, in cui l'autrice ci parla dell'iniziativa, della collaborazione con il festival del fumetto e col Bologna Jazz Festival.
Qui sotto un'immagine che mi ha gentilmente concesso e che, insieme ad altre e ai suoi ritratti, sarà a breve sul blog. Chi è il celebre musicista nella foto? Esperti del jazz fatevi avanti.
Questo articolo è in realtà un pretesto per ricordarvi di non perdere il BILBOLBUL 2015, un ottimo festival del fumetto che si terrà appunto a Bologna dal 19 al 22 novembre.
It don't mean a thing if it ain't got that swing!


^Sigh^Life! - Sturmtruppen



Era il settembre del 2009. Sulle pagine di Harrydice... (qualcuno lo ricorderà) scrivevo di Bonvi e del suo Cronache del Dopobomba. Verso la fine dell'articolo, scrivevo questo: 

Le rappresentazioni messe in scena dall’autore sono talmente crude, dirette e spietate da generare un sorriso colpevole nel lettore. Perché come ogni opera riuscita, la sua funzione non si esaurisce nel chiudersi del racconto, ma si muove nella coscienza, di appiccica alla nostra idea di vita e di identità, smascherando la perversione cinica della nostra società. Cronache del Dopobomba coniuga quindi come minimo una doppia funzione, quella della boutade ironica e divertente, con quella di monito per la nostra piccolezza. Bonvi vuole ricordarci senza alcuna pedanteria che scherzare sulla vita e la morte è lecito, anzi, necessario, e che dimenticare la semplicità dei meccanismi umani (e di natura) porta più volte che non a perdersi e a soffrire terribilmente.

A questo articolo, il "misterioso" ed illuminante Crepascolo, rispondeva con un post che mi segnalava di avere, tutto sommato, sbagliato bersaglio. Lo riporto qui di seguito interamente:

E' davvero troppo facile per un autore di discreto talento produrre un certo numero di pagine imbevute di buon senso sui cosiddetti grandi temi della vita: vita, morte e tutto quanto è possibile immaginare sia stipato nel mezzo.Ne abbiamo lette di pagine simili e ne leggeremo ancora: il cecchino di una guerra lontana che aspetta alla finestra di poter colpire un ultimo bersaglio in un vecchio albo del Soldato Fantasma della Editoriale Corno, il quarterback che salva la vita della sua bimba, correndo i 100 metri della morte in un vecchio Uomo Ragno della Corno, i soldaten che impacchettano un carro armato e lo regalano al loro sergente mascellone che si chiede cosa possa esserci sotto la carta ed i fiocchi, in un vecchio Eureka Pocket delle Sturmtruppen della Editoriale Corno. Le questrioni sono tante, tanti i corni contro cui scornarci - di conseguenza è piuttosto semplice lanciarsi nella mischia ed illuminare la scena con la luce del nostro punto di vista.La grandezza di Bonvi, a nostro modesto e sindacabile giudizio, è da ricercare altrove:1) la overdose di retini, mesmerizzante come le spots di kirby, ma casereccia come una michetta quando ancora il pane scrocchiava sotto le dita e si doveva mangiare caldo perchè freddo era gommoso come la creatura del signor Cole2) L'incipit delle avventure di Nick Carter - se Schultz ha potuto costruire un impero anche grazie a '' ...era una notte buia e tempestosa '' del suo bracchetto co-autore, quanto è più importante per la comprensione delle leggi del multiverso l'immortale '' mentre su New York calano le prime ombre della sera ....''. Se le avventure dei tre detectives non fossero cristallizzate in un loop, saremmo dalle parti del post-moderno del primo Igort e del Tondelli talent scout: la lezione secondo cui nulla è realmente nuovo sotto il sole e solo nella commistione di stilemi, tempi, mode e modi diversi è possibile creare un succedaneo di novità. L'estetica di Blade Runner e dei primi video dei Duran Duran. Grace Jones vestita da Haring.Bonvi però ha ben altro in testa - la struttura a la Spirit con splash page introduttiva e sette tavole di vicenda sempre uguale a se stessa rassicura in un primo momento per poi portarci nel quartiere di Repetition di Bowie/Eno.Ed alla fine ci troviamo trafitti dal suo pennino intinto nel Lambrusco di Sorbara ( LDS, potente allucinogeno come scrisse il De Maria ) ed è subito sera. E relative ombre.3) E' stato tanto generoso da regalare il suo bimbo di carta al suo discepolo, perchè Cattivik potesse crescere lontano da casa e vivere onderod, come direbbe ed ha detto il genio del male, e barcamenarsi tra cose ben fatte, Bonfatti, serrande abbassate, cartoni animati da buone intenzioni, ma poco altro.4) Con Marzolino Tarantola ravviva iul fuoco del ricordo del Saturnino Farandola di RAIUNO, tv dei tagazzi, interpretato da un giovane Mariano Rigillo che salvava improbabili principesse da roghi di cartapesta, mentre rullavano timidi tamburi da preserale.
Invidiamo chi si accinge a riscoprire il Bonvicini ora - noi che tutto conosciamo daremmo la nostra copia delle ''Cronache dello spazio profondo '' per il privilegio di poter perderci, vergini, nelle tavole di quegli omini eternamente curvi, con le mani che puntano invariabilmente a sud, raggomitolati come a difendere uno scherzo che solo loro possono apprezzare. ...e l'ultimo chiuda la porta !
Vorrei non commettere lo stesso errore nel ripercorrere la lettura organica di Sturmtruppen, da questo mese in ristampa cronologica e completa per Mondadori Comics. Credo che seguire lo svolgere cronologico di una delle strisce più celebri del fumetto italiano sia necessario per qualunque appassionato di fumetti. La nuova edizione vanta la pubblicazione settimanale delle strisce completamente restaurate e in formato originale. Sono previste 40 uscite. L'impegno è proibitivo, certo, sia in termini economici che di spazio. Ci sarebbe piaciuta un'edizione che contenesse in ogni pagina tre strisce (con un risparmio complessivo di circa 60 euro). Ma l'edizione è talmente importante che, sospetto, Mondadori Comics abbia deciso di guadagnarci sopra il più possibile.
Malizie a parte, il Bonvi di Sturmtruppen è un cinico smascheratore di ideologie e pregiudizi. Ed è un artista a tuttotondo che esplora con cocciuta umiltà le possibilità offerte dal formato a strisce (e non solo). In anni di pubblicazioni il suo tratto si muove e modula in modo lineare ma diverso. La mostra realizzata a Lucca in occasione dell'ultima Lucca Comics and Games ci ha mostrato la sua attenzione al tratto, all'uso dei retini, alle possibilità comunicative della linea, al ritmo. Mi colpisce sempre guardare da vicino gli originali di fumetti che ho osservato più o meno distrattamente in diverse fasi della mia vita. Per molti versi, era una mostra da non perdere. Che arricchisce ulteriormente l'esperienza di lettura dell'integrale di Mondadori Comics.
Buona riscoperta.

Hellnoir 1

^Sigh^Score! 4/6

Sentivo dolore alla testa.
Cercavo qualcosa che mi accompagnasse.
Appoggiato Kriminal sul comodino,
ho cercato di capire cosa stimola
la nostra curiosità morbosa per la violenza
e la morte.
Nel profondo, niente davvero mi si è fatto
più chiaro, se non la certezza dell'impermanenza.
Passeggiare per l'inferno di una città noir
non ha lenito il mal di testa.
Solo lo scorrere del tempo può.

info: hellnoir

domenica 8 novembre 2015

Morgan Lost 1 - L'uomo dell'ultima notte

^Sigh^Score! - 3/6

Quando la paura è reale.
Prende dentro e blocca le intenzioni.
Quando l'idea nasce e si chiude
nel compromesso.
Quando l'inadeguatezza dei mezzi
non permette di valorizzare il talento.
Poteva andare peggio.
Può solo peggiorare.

info: morgan lost 1

giovedì 5 novembre 2015

Anubi

^Sigh^Score! 5/6

Volevi essere vittima.
Oppure premere il sangue alle tempie.
Volevi nasconderti dietro alla confusione.
Ed essere salvo da tutti.
Hai confuso la vita con la morte.
L'odio con il sesso.
Poi hai cambiato pelle.
Un inizio.

info: anubi

lunedì 2 novembre 2015

^Sigh^Life! - Il fumetto che non c'è

Un video recente di Edoardo Bennato, dove, ahimè, non avendo nulla da dire, ricicla l'Isola che non c'è. La povertà di idee si rivela anche nell'uso del fumetto, questo sconosciuto. Abbi pazienza e arriva verso la fine e ... spiegami a cosa serve? Cos'è il fumetto?!



^Sigh^Life! - La mostra di Richard McGuire a Lucca Comics and Games

Tornando a parlare di Richard McGuire.
Perché il suo Here (Qui, ed. Rizzoli Lizard) è un'opera emozionante e importante.
Perché il suo lavoro nasce dopo più di un anno di riflessioni accurate su come realizzarlo, riprendendo una sua idea sperimentata bene 25 anni prima.
Perché non ricordo una riflessione più attuale ed efficace sulla dimensione del tempo.
Perché la sua espressività artistica invita all'esperienza totale dell'opera d'arte.

Nella mostra di Lucca Comics and Games emerge ancora più forte l'eclettismo della sua ricerca, sia nella concezione che nell'uso dei materiali.
Di seguito alcune foto della mostra. Purtroppo i miei mezzi a disposizione non mi hanno permesso di fare foto particolarmente riuscite. Ma sono sicuro che McGuire mi perdonerà le luci, le sfocature e i miei riflessi nei vetri delle opere.
Interpolazioni...

(nota lo schema finale con una sorta di mappa del tempo di Here)







domenica 1 novembre 2015

sabato 31 ottobre 2015

^Sigh^Life! - Alcune cose belle da Lucca Comics and Games 2015



Lucca Comics and Games conclude oggi il suo terzo giorno, ma la mia visita è terminata ieri.
Come ormai da alcuni anni, scappo negli ultimi due giorni di fiera, per evitare la bolgia infernale del sabato e della domenica.

La cosa migliore che posso fare, a caldo, è elencare qui di seguito i primi libri che mi sono rimasti tra le mani dopo la fiera e che mi sembrano interessanti o imprescindibili (non per forza novità appena uscite, che i libri hanno più vita di quattro giorni di fiera):

Punto di Fuga di Lucia Biagi (un libro che merita più visibilità)












Anubi di Taddei e Angelini (aspettavo da tempo il duo a una prova lunga)













Churubusco di Andrea Ferraris (con cui ho scambiato una piacevole chiacchierata)












Blast n.4 di Manu Larcenet (che conclude finalmente il capolavoro dell'artista francese, qui la scheda del n. 3)











Jehan Pistolet di Uderzo e Goscinny (dalla coppia di Asterix, prima di Asterix)












Beowulf di Rubin e Garcia (una prova artistica potente)











Incendi estivi di Sagramola (una prova su storia lunga che aspettavo da tempo)



...



Ecco, poi ci sono ancora tante altre cose che ho al momento ancora nel baule dell'auto, ma di cui spero di riuscire a parlare a breve.
Due grandi soddisfazioni: aver recuperato l'integrale di Budda e di La Fenice di Osamu Tezuka, che per ragioni personali non avevo più a disposizione; l'integrale di Kriminal di Bunker e Magnus nell'ultima, splendida edizione Mondadori, grazie alla generosità di Ettore Gabrielli, capo de LoSpazioBianco.it






^Sigh^LIfe! - Richard McGuire a Lucca Comics e il suo Qui



Ieri mattina ho avuto il piacere di partecipare al Press Café con l'artista Richard McGuire a Lucca Comics and Games. L'occasione, naturalmente, è legata al suo ultimo lavoro a fumetti, Here (Qui, ed. Rizzoli) di cui ho scritto un articolo per LoSpazioBianco.it.
Riporto una parte dell'articolo, dove rifletto su un aspetto importante del libro che è stato confermato dall'autore stesso durante l'incontro. 

La prima versione di Here uscì negli Stati Uniti una trentina di anni fa sulla rivista Raw diretta da Art Spiegelman. Era una versione molto più corta. Da un punto di vista tecnico e metanarrativo, quel racconto era sufficiente, diceva già tutto quello che si poteva sul meccanismo intrinseco del raccontare a fumetti. La parte più intellettuale della nostra mente era quindi soddisfatta e appagata. Soprattutto quella di critici e studiosi della nona arte.
La nuova versione, decisamente ampliata, che compone il volume attualmente in libreria, offre invece uno sguardo più ampio sulla nostra realtà, si sposta da un piano tecnico a un piano esistenziale con maggiore enfasi, tocca le nostre emozioni e la percezione stessa della realtà. [...]
Viviamo il paradosso di una realtà impermanente dove tutto muta a ogni respiro, dove un numero impressionante di cellule si rinnova nel nostro corpo, e dove tuttavia ci percepiamo come esservi viventi illusoriamente identici a dieci, venti, trenta anni fa, ci immaginiamo tra dieci, venti, trent’anni simili a oggi, e siamo persino capaci di dire a noi stessi e agli altri che “siamo fatti così, non possiamo cambiare”

Per leggere tutto l'articolo, vai qui

Punto di Fuga

^Sigh^Score! 4/6

La solitudine del senso di colpa.
L'irresponsabile noncuranza sociale.
La mancanza di una trama.
La necessità dell'inevitabile
che riguarda la dimensione prospettica
della crescita personale.
L'aborto come lutto, senza un funerale.
E la crisi come opportunità attraverso
il dolore

info: punto di fuga, diabolo ed.

sabato 6 giugno 2015

^Sigh^Life! - Tutte le Ossessioni di Victor alle Officine Libra

Ho conosciuto Davide Calì, ho incontrato nuovamente Squaz e insieme abbiamo chiacchierato di ossessioni sessuali e non, di forma e racconto, di fantasmi, creatività ed educazione.

Di seguito alcune foto della serata.







martedì 19 maggio 2015

Lo Scultore

^Sigh^Score! 5/4

Questa è una storia sulla depressione.
Una storia sul conflitto interiore, che nasce
quando non si è all'altezza delle aspettative
degli altri, della famiglia in primis, e quindi
di se stessi.
Meno faustiano e più vicino a Melancholia
di Lars von Trier, Lo Scultore è una storia
sull'impotenza derivante dal falso sé.
A Jung sarebbe piaciuta molto.
Io mi sono arreso alle sue dinamiche e alla sua
forza. E mi ha rivoltato almeno per un giorno.

info: http://www.baopublishing.it/shop/dettaglio/834-Lo_scultore

giovedì 14 maggio 2015

Battaglia 1, La figlia del capo

^Sigh^Score! 4/6

Inverosimiglianza nera.
Un gioco con la Storia fatto di semplicità,
ritmo e violenza.
Il formato fuori tempo massimo sarebbe vintage
se non funzionasse.
E invece le tavole sono costruite benissimo.
A questo gioco ci sto.

info: presentazione di battaglia al comicon 2015

mercoledì 6 maggio 2015

Fritz il gatto e altri animali

^Sigh^Score! 6/6

L'errore: Fritz il Gatto in giro per casa.
Le condizioni: un figlio curioso e una casa piccola.
La preoccupazione: Gabo, nove anni, legge Fritz e le sue orge nella vasca da bagno.
L'ascolto: il figlio non sembra sconvolto, ma confuso.
La consapevolezza: i giochi simbolici e i codici usati da Crumb.
Nessun pericolo, semmai una curiosa e vaga insoddisfazione.

Se non hai mai letto Crumb, puoi iniziare da qui.
Prima di tutto il resto!

Dylan Dog 343, Nel fumo della battaglia

^Sigh^Score! 5/4

Quel che piace, è che almeno sembra che
non ci si arrenda mai.
Chi lavora oggi sul'Indagatore dell'incubo non molla come chi c'era prima.
E Simeoni si muove finalmente a suo agio, con la sola ambizione di una buona storia.
Inquietudine e angoscia.
Efficace l'intelligenza visiva, nella costruzione delle "inquadrature", nella scelta degli elementi simbolici da mettere in scena.
I particolari, semplici ma decisivi, fanno la differenza in una storia che arriva dove deve.

Come prima

^Sigh^Score! 5/6

Non sarebbe commuovente se non fosse diretto.
Se non attraversasse la memoria di tutti.
Un'osservazione chiara: "l'impresa eccezionale
è essere normali".
In viaggio sempre, come prima, per quel che
deve ancora venire.
E sapere che nel mestiere di disegni, parole e colori,
può nascondersi qualche emozione dolorosa.
Forse vera, ancora.

^Sigh^Life! - Go West! Go West!



Nel Far West accade che si ribaltino i presupposti.
E così, un Gianfranco Manfredi particolarmente ispirato, con i disegni di un preciso e puntuale Leomacs, ci racconta una storia di Tex (Oro Nero, Tex n. 654) dove tutto procede al contrario di come ci si aspetterebbe. La bellezza del lavoro di Manfredi sta nella semplicità. Lo stile narrativo è compatto e coerente con l'impostazione classica della serie, e l'autore gioca tutto sui ritmi e le dinamiche degli avvenimenti, per contraddire buona parte di quello che abbiamo letto sulla serie in tanti e tanti anni. Già l'inizio della storia, con le celebrazioni per l'insofferente coppia di Ranger e le dichiarate allergie per i rituali politici, fanno presupporre quanto di buono sarebbe avvenuto in seguito. Da domani, in edicola il secondo e conclusivo numero della storia.



Contemporaneamente, sulla serie Le Storie (n. 31, Il prezzo dell'onore), una coppia inedita di autori ci regala una delle migliori storie di genere che abbia letto in anni. Paolo Bacilieri e Fabrizio Accatino si muovono in perfetto equilibrio tra formalismo e invenzione, e raccontano una storia che funziona sotto ogni punto di vista. Personalmente, rimango sempre più sorpreso dalla bravura di Bacilieri nella costruzione delle tavole, nel suo estro visivo e nella precisione con cui ogni elemento viene racchiuso nelle vignette. Siamo di fronte a un autore sempre più bravo, che mette intelligenza in qualunque lavoro faccia.
E il western non è mai apparso così vivo. Il che, vista la chiusura di Saguaro, una delle mie serie preferite degli ultimi anni, a cura di Bruno Enna, è un'ottima notizia.

mercoledì 11 marzo 2015

Dragonero 21 - Gli spettri del lago

^Sigh^Score! 2/6

Come va oggi?
Il tempo regge. La primavera è ormai qui.
C'è un forte sbalzo di temperature. Al mattino freddo.
Al pomeriggio caldo. Forse troppo.
E poi si muore.
Ma hai visto, ieri, le eliminazioni dell'Isola dei Famosi?
Non ho capito...

lunedì 9 marzo 2015

^Sigh^Life! - Una Brutta Storia di Spugna alle Officine Libra

Ho fatto quattro chiacchiere con Tommaso "Spugna" Di Spigna a proposito del suo libro di esordio, Una Brutta Storia, presentato sabato sera scorso alle Officine Libra.
Contesto come sempre perfetto e ricco di umanità. Ottimo buffet. Spugna è un ragazzo diretto e simpatico quanto il suo libro, con un ottimo talento visivo.

Di seguito alcune foto della serata.