mercoledì 25 settembre 2013

^Sigh^Life! - Il paradosso del (non)critico



Spesso il mondo della critica sui fumetti è attraversato da questo paradosso, che ha il semplice motivo di delegittimarne a priori la voce:

Se non sei un fumettista (se non hai mai sceneggiato, se non hai mai disegnato, ecc.), non hai gli strumenti per fare critica sul fumetto.

Se sei un fumettista, non sei super partes per fare critica sul fumetto.

La conseguenza logica è che nessuno sarebbe adeguato a fare critica sul fumetto.
Che ne pensi?

^Sigh^Life! - Orfani e quel piccolo problema di linguaggio



È certo che Orfani di Recchioni e Mammucari, che dal 16 ottobre la Sergio Bonelli Editore presenterà nelle edicole, rappresenta un importante esperimento, forse un punto di non ritorno nell’ambito delle produzioni dell’editore milanese (a priori rispetto a qualunque giudizio di merito).
Ho avuto l’opportunità di leggere in anteprima il primo numero, e ne ho scritto per LoSpazioBianco.it un articolo che ha a che fare con un tema che ho per lungo tempo tenuto nel cassetto. Il tema potrebbe essere riassunto da questa frase: fumetti Bonelli, un problema di linguaggio.
Nell’articolo, sono onesto, non sviluppo l’argomento generale, cosa che richiederebbe molto più tempo e concentrazione di quella che ho al momento a disposizione, ma osservo Orfani da questo specifico punto di vista, cosa che mi sembra doppiamente interessante: perché c’è un esplicita volontà degli autori della miniserie di lavorare su uno “svecchiamento” del linguaggio in Bonelli; perché esiste uno stretto rapporto tra dichiarazioni di intenti ed aspettative, così come tra ambizione ed effettivi risultati.
L’articolo vorrebbe essere occasione per aprire una riflessione più ampia sul fumetto seriale in Italia e l’attualità e l’efficacia del suo “linguaggio”, con le dovute virgolette. Sarà online a inizio ottobre e ne riparleremo.
Intanto rilancio il numero zero della miniserie, che puoi scaricare qui.
Lo faccio, oltre che semplicemente perché mi sembra ben fatta, ma soprattutto perché il tema della promozione e dell’impostazione della stessa è coerente con l’argomento nel suo complesso.

lunedì 23 settembre 2013

^Sigh^LSB - La saga di Fenice Nera



Come anticipato, nell'ambito dell'ottimo speciale sugli X-Men in uscita su LoSpazioBianco.it e curato da David Padovani (che ringrazio per la cura nella revisione e nell'impaginazione), viene pubblicato un mio articolo che ricorda l'importanza della saga di Fenice Nera.
Un piccolissimo estratto:

La saga di Fenice Nera rappresenta, per queste ragioni, una pietra miliare e un punto di non ritorno nell’evoluzione del genere nel cuore degli anni ’80, che celebra il conflitto tra la fragilità dell’uomo e la pericolosità delle forze con cui si ritrova sempre più a “giocare”, che vanno ben oltre la piccola visione comune

Tutto l'articolo lo trovi qui.
Ne sono piuttosto fiero.

Long Wei 4, L'inferno

^Sigh^Score! 2/6

Alcune cose migliorano col tempo.
Per esempio, il vino.
Per esempio la carta, che qui
diventa almeno accettabile.
La storia no. Qui si va indietro.
I buoni momenti ci sono.
Ma la volatilità della storia
mal sopporta il fresco vento
settembrino.
Il pugno è un fatto.
La sua rappresentazione un altro.
I disegni aggressivi ma un po' pesanti
non ancorano a sufficienza.

info: long wei

sabato 14 settembre 2013

^Sigh^Life! - A chi importa cos'è la critica?!


chris ware


Fuori tempo massimo per me, discutere sulle funzioni della critica nel mondo del fumetto.
Non ci credo. Non mi interessa. Non nell'ambito di una cultura italiana umiliata e insonne.
Non in un contesto che difficilmente apre gli occhi al sole fuori dalla finestra.
Non dove la consapevolezza personale è sotto le scarpe e il narcisismo espressivo la principale chiave di volta.
Non dove la ricerca di visibilità e riconoscimento è il richiamo principale.
Non dove la militanza sorda degli appassionati riduce tutto a un gioco di specchi.

Nel mondo dei fumetti, i critici esistono?
Perché lo facciamo? Con quale funzione?
Più semplice dell'estate che termina per dare spazio all'autunno.
Leggi quello che scriviamo, e valuta lucidamente se ti interessa, se ti offre spunti di comprensione, se svolge una funzione culturale e umana, se ha vita.
Poi, se sei convinto, torna a leggere ogni volta che vuoi.

Sarebbe piuttosto molto interessante raccogliere le voci.
L'aspetto importante, per chi ci crede e ne ha ancora voglia, è proprio quello di trovare una forma "editoriale" che permetta di fare sistema, gruppo, e non disperdere come infiniti rivoli le energie che ci sono.
Ricordo che un tempo, quando l'amico Alberto Casiraghi era ancora parte del gruppo, se ne discusse come possibile evoluzione de LoSpazioBianco.it. Ettore Gabrielli, Alberto e io eravamo eccitati dall'idea di trovare una strada in questa direzione. Ma la vita divide quel che il cuore unisce. Si dice così? I tempi non erano maturi. O non lo eravamo noi. E le cose sono andate.

Oggi, i tempi sono maturi? In quale forma? Con quale modalità di coordinamento? Con quale idea editoriale dietro?
Forse questo, merita qualche discussione.
Il resto no. Perché nel pantano delle parole ci stanno bene soprattutto i maiali.
(forte questa metafora dei maiali. Ok la uso come provocazione finale)

Ci leggiamo.

venerdì 6 settembre 2013

^Sigh^Life - Gli X-Men e le due facce di Claremont


la regina nera di john byrne


Con Settembre inizia l'anno nuovo.
Il 31 agosto ho festeggiato il capodanno stando sveglio fino alle 5 del mattino, a pensare a cosa mi lascio alle spalle e a cosa dovrò avviare dal giorno successivo.
Mentre le vacanze finiscono, l'estate si fa coda e ci regala gli ultimi giorni di caldo, cerco di mantenere gli impegni fumettistici presi.
Settimana prossima, su LoSpazioBianco.it prende il via un nuovo, corposo speciale, tutto dedicato agli X-Men. Non c'è un modo migliore per iniziare l'anno. Gli X-Men sono (stati) uno dei fumetti popolari statunitensi più importanti e famosi della Marvel Comics. E lo so che non sono più divertenti da molti anni, e lo so che riletti oggi anche molte cose vecchie non sono propriamente la mia tazza di tè. Ma credo sia importante rileggerne la storia, rivedere alcuni dei momenti più importanti della loro parabola editoriale. 
Il pezzo forte dello speciale, probabilmente, è un'intervista a Chris Claremont in esclusiva per LoSpazioBianco.it. La leggerai e respirerai tutta l'amarezza e il rimpianto del papà adottivo degli X-Men. Il tempo passa e lascia tutti indietro. 
Io mi sono occupato proprio di Claremont e di due momenti contrapposti della sua carriera. Nel primo articolo mi diverto a parlare di sessualità, potere ed adolescenza a proposito della celebre saga di Fenice Nera (realizzata con John Byrne), senza dubbio uno dei momenti più felici dell'intera produzione degli X-Men. Nel secondo articolo, rifletto sulla coda artistica dell'autore, a proposito della recente X-Men Forever, dove Claremont racconta quello che sarebbe successo al suo supergruppo se non avesse abbandonato la serie negli anni '90. E qui, e qui si parla di rimpianti, di nostalgia e della morte dei presupposti alla base del fumetto seriale di supereroi.
Due periodi storici diversi, due momenti opposti nella vicenda artistica e umana di un autore di fumetti. Un ottima lente per osservare la vita in relazione alla creatività. 
Segnalerò gli articoli a tempo debito. Intanto anticipo un breve stralcio dal pezzo su Fenice Nera.  

Byrne e Claremont avevano un’idea chiara in testa e un preciso target di lettori: sparare a mille gli ormoni degli adolescenti, mettendo in scena il concetto stesso di perversione (del bene, della morale, dell’umanità, ecc.) attraverso la bellezza iconica e rassicurante dei supereroi. La dolce, sensibile Jean Grey, che nella storia sarebbe diventata la “divinità oceanica” e corrotta di Fenice Nera, era vittima e complice di un processo di deturpamento del cuore e del desiderio che avrebbe fatto saltare sulla sedia qualunque ragazzino represso come il sottoscritto.
Il Club Infernale, nemico dichiarato dall’inizio di questa saga, intriso d’immaginario fetish, era il richiamo perverso del desiderio per Jean e per i lettori.
Gli autori giocavano a carte scoperte, riprendendo in modo esplicito semplici concetti psicanalitici, vaghi ma stimolanti riferimenti esoterici o filosofici (Yin e Yang della tradizione taoista, per citarne uno): gli opposti come fondamento della vita; la lotta come malattia; il potere e la sua corruzione come motore fondamentale delle scelte.