giovedì 27 marzo 2014

^Sigh^Life! - graphicnovelisdead

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l'autobiografia è un esercizio utile.
l'autobiografia è un atto di verità verso se stessi.
l'autobiografia è una forma di narrazione del sé.
l'autobiografia è la costruzione di una teoria del sé.
l'autobiografia è un'etica dell'auto-percezione.
l'autobiografia è un costrutto logico che nasce prima di morire.
l'autobiografia richiede molta fatica e tensione a chi la fa.

Davide Toffolo ha fatto tutto questo in forma di fumetto.
E non è poco. Davvero. Avendolo incontrato qualche volta, e avendo letto molti suoi libri, comprendo l'impegno e la verità che gli ha richiesto lavorare a questo progetto.
Poi c'è il lettore. E da lettore critico mi chiedo se sono di fronte a un manifesto sul sé, o al suo contrario. Ma non mi sono divertito. E forse, forse Toffolo non voleva davvero far divertire qualcuno.
L'ironia ci salverà tutti. Ma quale ironia?

Il fumetto si conferma, comunque, uno degli strumenti più potenti per rappresentare la propria teoria del sé.

mercoledì 26 marzo 2014

Graphic Novel is Dead

^Sigh^Score! 2/6

Avevo voglia di leggere una graphic novel.
Prendo Graphic Novel is Dead.
Ha ragione Toffolo.
A leggerla vien proprio da pensare che sia tutto morto.
Non solo la Graphic Novel.
Lunga vita al Fumetto...

info: graphic novel is dead

lunedì 17 marzo 2014

^Sigh^Comics! - La magia avviene



Questa è nota, l'ho già raccontata: avevo meno di dieci anni quando, timido, mi nascosi per giorni e mesi in impolverati scatoloni di arretrati di Topolino che mi aveva regalato mio cugino, quello grande.
La polvere è ancora sulle mie dita, in forma di gioia nostalgica, di disperato tentativo di vivere al di fuori delle paure quotidiane, di ritrovare amici colorati e dalle strane forme che non giudicassero la mia magrezza o la mia timidezza.
Oggi recupero con sorpresa l'energia di quegli anni di formazione, sfogliando voracemente le tavole di Romano Scarpa sulla sua integrale attualmente in corso di pubblicazione.
Ci sono diverse cose che sarebbe importante ricordare:

Romano Scarpa faceva fumetti. Ed era uno dei più grandi. 
Se capovolgi il punto di vista, in una traiettoria circolare e non lineare, la letteratura per l'infanzia prende le mosse da questi luoghi dell'immaginario, perdendo la ricchezza del segno nelle acrobazie delle sequenze tra vignette.
L'eredità di Scarpa è stata humus fertilissimo per diverse generazioni successive di autori.
L'eredità di Scarpa è stata saccheggiata.
L'emozione del fumetto a volte nasce da una sequenza perfetta, dove ogni segno e ogni senso si trova al suo posto, in perfetta sintonia. 
L'infanzia che oggi viene sempre più rubata, nei tempi e negli stimoli, ha uno spazio interno tutto suo, che da adulti dobbiamo rispettare profondamente, e recuperare tra i ricordi sepolti nella mente. Leggere Scarpa aiuta. 

E allora fermo il moto ondoso dei pensieri, dell'analisi, del giudizio, e sereno e fiducioso lascio che sia Scarpa a portarmi dove vuole. Ci sono autori per i quali è inutile farsi domande, attese o problemi. Lasci fare sicuro che la magia che deve accadere, accadrà.

giovedì 13 marzo 2014

^Sigh^Life! - Il Signore dei Fumetti



Un'amica si sta avvicinando al fumetto.
L'esordio, quando ne parlammo la prima volta, fu: il fumetto mi fa schifo.
Sorrisi, le risposi: sarebbe come dire che la letteratura o il cinema ti fanno schifo.
La mia amica è intelligente. Ha capito e riso.
Ho iniziato a passarle un po' di cose. Incredibile riconoscere quali pre-giudizi o vuoto di idee ci siano intorno alla parola "Fumetto". Interessante pensare a come sono avvenute le scelte dei primi titoli che le ho passato.
Intanto, quello che era nella mia libreria, e non riposto nelle decine e decine di scatoloni. Letture abbastanza recenti, quindi. Poi, una selezione determinata dalla presenza di freschezza e talento. Ecco, Manu Larcenet (Ritorno alla Terra), Daniel Clowes (Wilson), Giro Taniguchi (Furari), Manuele Fior (L'intervista), Romano Scarpa, Bill Watterson (Calvin & Hobbes), Roberto La Forgia (Il Signore dei Colori).
Come un esercizio comune di conoscenza, abbiamo provato a giocare all'analisi: il tratto, la costruzione della tavola, i dialoghi, i colori...
Alcuni momenti davvero divertenti: l'analisi tra l'interno (la casa) e l'esterno (la natura) nei libri di Larcenet e il riflesso psicologico; lo sviluppo dinamico dell'incidente in apertura de L'intervista (scelta delle inquadrature, dei momenti importanti, dei dialoghi, ...); l'osservazione meticolosa della costruzione della tavola ne Il Signore dei Colori (il ritmo, il simbolo, il tratto, ...).
Dialoghi naif sul fumetto che mi hanno ricordato perché amo così tanto questa forma di comunicazione, e che mi hanno portato a rivedere tanti elementi che la mia mente dà ormai per scontati.
Nel frattempo alla mia amica è venuta la scimmia.
Ogni volta sento di avvicinarmi un poco di più a rispondere alla domanda, ma il punto resta: qual è la vera magia del fumetto?

martedì 11 marzo 2014

Snowpiercer

^Sigh^Score! 4/6

Claustrofobia.
Nei volti, nelle figure, negli ambienti.
Chiusura alla gola nei gesti nelle decisioni
e nei pensieri.
Il respiro che si blocca
nelle scelte della sceneggiatura,
talmente prevedibile,
nei binari obbligati della metafora sociale
da asfissiare la fantasia del lettore.
Gli anni passano, le metafore restano.

info: snowpiercer su fumettologica