giovedì 20 ottobre 2016

^Sigh^Life! - Leggere i fumetti e smoky



Una bella intervista di smoky man a Claudio Calia sul suo ultimo lavoro, Leggere i fumetti.
Io vi consiglio di leggerla, e riporto anche un estratto piuttosto significativo.
A presto ne scriverò anche io, di questo libro... coi miei tempi.

Nei giorni scorsi sei stato ospite della 45esima puntata di  Tizzoni d’Inferno, il podcast sul mondo del Fumetto, ideato da Tito Faraci (disponibile anche qui) che ha condotto l’incontro insieme a Matteo Stefanelli e Boris Battaglia, in teoria tuo “difensore” (qui la recensione, un po' “acrobatica”, di Battaglia del libro di Calia). In un clima seppur di giocoso cameratismo mi hanno colpito alcuni giudizi piuttosto tranchant espressi in quell’occasione, tra cui “Un fumetto sbagliato”, “Una raccolta di figurine”, “Un libro game per fumettofili…” (Matteo Stefanelli) e “Un’offesa al fumetto popolare italiano” (Tito Faraci). Confesso che mi hanno sorpreso la perentorietà delle critiche negative e, al contempo, l’ammirevole aplomb con cui tu hai reagito. Una delle critiche principali era l’assenza del fumetto popolare italiano a cui si sommava il fatto che il tuo libro sarebbe troppo didascalico senza essere personale, un’operazione un po’ furba. Vorrei darti la possibilità, se vuoi, di ribadire qui il tuo punto di vista o di meglio focalizzare la tua replica…Claudio Calia: Intanto ringrazio Tito Faraci per avermi invitato, e Matteo Scandolin (il tecnico del suono della trasmissione), Boris Battaglia e Matteo Stefanelli per avere dedicato del tempo al mio libro. Credo che molto dei toni tranchant sia dovuto al fatto che siamo persone che si conoscono da anni e che nel tempo hanno maturato una naturale franchezza a parlare di Fumetto. La trasmissione è ascoltabile da tutti e tutti possono farsene un'idea. Una volta pubblicata online ho provato a farla sentire a qualche amico e semplicemente... è incomprensibile. Autoreferenziale e involuta all'interno delle dinamiche del Fumetto, se non sei un lettore forte, appassionato anche alle dinamiche "politiche" dell'industria del Fumetto, dalla terminologia alle questioni affrontate (premi e selezioni di Fumettologica, a parte il mio libro) non troverai nulla che possa interessarti, anzi ti respingerà. Sinceramente non mi va di giustificare perché penso che un trentenne che non ha letto fumetti difficilmente comincerà a farlo acquistando un Tex. La Bonelli, solo per fare un esempio, partecipa a trasmissioni radiofoniche, televisive, ha spazi in tutti i maggiori quotidiani... davvero qualcuno aspettava me per cominciare a leggere i suoi personaggi? Non credo. Se pensi che il mio libro sia un'enciclopedia o una storia del Fumetto... non è così e ne rimarrai deluso.
Sono semplicemente… i consigli di lettura di Claudio Calia.
Leggere i Fumetti vuole essere alla portata di tutti, per andare incontro a chi i fumetti non li ha mai letti e a chi ne mastica già un pochino.
Penso che spesso ci troviamo di fronte a un equivoco, quando si parla di Fumetto: per me è sempre stato il nome di un linguaggio, per altri è la definizione di un mestiere. Questo crea un mucchio di incomprensioni.
Alla fine io rimango convinto di avere fatto un buon libro che assolve lo scopo che mi ero prefissato.

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