mercoledì 1 giugno 2016

^Sigh^Life! - Tra la casa e il cosmo



Recentemente sono entrato negli universi di due autori, Paco Roca e Marino Neri. Il primo mi ha accolto nella sua vecchia casa di famiglia, eredità del padre ormai scomparso. Il secondo mi ha legato a un'ideale di fuga mai compiuta, tra campi verdi e stellate notturne.

Non è facile saper raccontare l'Uomo e il suo legame con l'assoluto. Quel sentire che ci apre e trasporta dall'egotismo del nostro mondo intrapsichico alla visione della nostra appartenenza al tutto che è natura, universo, molecole, materia, vibrazione, esistenza, dio, ... A ciascuno il suo.
Descrivere la nostra appartenenza di esseri viventi consapevoli a qualcosa di talmente ampio da risultare razionalmente inconcepibile, ma che si manifesta, giorno dopo giorno attraverso la nostra capacità di stare, di sostare, di ascoltare.
Puoi seguire le due strade opposte esemplificate da La Casa di Roca (ed. Tunuè) e da Cosmo di Marino Neri (ed. Coconino Fandango).

La prima strada: il quotidiano, il minimale sentire prosaico dello scorrere del tempo, nel tempo della vita, tra affetti, gesti, dialoghi, perdite e legami. Dove l'appartenenza al tutto deriva dalla comprensione profonda del senso di ogni passo che facciamo sulla nostra strada. Dalla ricerca di un senso, di una vocazione, di un esserci. Da quelli che appaiono come i più insignificanti accadimenti di una vita, radicati nell'albero genealogico, nello scorrere di infinite generazioni, dove ogni nostro posto collocato nel fiume infinito di antenati e figli, si fa testimonianza e visione, alla totalità delle esperienze dell'esistenza, nella fusione di minerali, vegetali, animali, materia, energia.
Paco Roca sceglie una casa, un macrocosmo rispetto al microcosmo di una singola vita (e di una famiglia), un microcosmo rispetto al macrocosmo dell'universo, e ci accompagna per mano nell'indicibile vuoto (nell'accezione buddhista) della realtà. Ogni cosa esiste perché ne esistono infinite altre. Questo è perché quello è. Tutto è inter-dipendente, inter-connesso. I concetti di morte e nascita sono inesatti, perché un modo improprio per definire delle semplici mutazioni di condizioni, di stato. L'autore spagnolo arriva a toccare il fondo della questione, o il suo vertice, grazie alla delicatezza della sua narrazione, alla spontaneità della "recitazione", alla scelta musicale di ritmo, tempi, suono e silenzio. La sua "voce" è talmente sottotraccia da essere radicale. Immanente, si potrebbe dire. Emozioni e vicende dei protagonisti si sviluppano in un alternanza di luci e ombre che rappresentano senza alcuno sforzo tutto quello di cui filosofi, teologi, ricercatori spirituali, scienziati si occupano da sempre. In questo farsi grande di una piccola testimonianza di vita si ritrova la grandezza di Roca e della sua limpidezza espressiva.




La seconda strada: l'audace osservazione capovolta, dal cielo alla terra, che pone le domande prima della vicenda, che mostra da subito gli elementi di una dimostrazione filosofica, svolta attraverso il procedere semplice di una crisi esistenziale, fortemente simbolica ed esemplare. Un procedimento meccanico, deduttivo, che si traduce in sforzo ermeneutico e sillogistico. 
Marino Neri sceglie il cosmo, tutto intorno a noi e nel nome, nel destino del protagonista, per il suo esperimento. Ma il semplice diventa semplicistico, l'analisi riduzionismo, l'osservazione da totale a parziale, sfocata e dispersa. Non esiste testimonianza, non esiste verità, non esiste autenticità ed emozione. Ma solo accadimenti esemplari, quindi scontati, quindi poveri di senso, perché precostituiti a priori e privati del respiro dell'esperienza. Una pigra riflessione sull'esistere che non offre spunti nuovi, che non si manifesta nella coscienza del lettore e che si ripiega su se stessa, per mancanza di un pensiero lucido e pienamente disteso, sviluppato.



L'obiettivo ultimo di Roca e Neri è lo stesso ma l'approccio contrapposto. I due lavori sono un ottimo punto di partenza per qualunque autore di ricerca che volesse comprendere come dare senso alle storie di realtà. Roca vola, Neri precipita. Roca comprende, Neri si perde. Roca raggiunge, Neri insegue. Roca trova casa, Neri è intrappolato in una fuga senza fine. 

Per chiudere, vi saluto con la tavola di apertura di La Casa di Roca, che riassume in sé tutta una vita. Viene rappresentato, nel modo che vedete, l'ultima volta in cui un uomo esce dalla propria casa, per non tornarci più, portato via dalla sua esistenza. Tutto è qui. Chi ci avverte che oggi è la fine?


info: La Casa di Paco Roca; Cosmo di Marino Neri

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