domenica 9 dicembre 2012

^Sigh^Life! 12

(c) seth


Facciamo finta che a un concorso letterario, tra i tanti romanzi, partecipino anche uno o due fumetti.
Qui si pone subito una piccola questione: è giusto che fumetti e romanzi partecipino allo stesso concorso? Perché non fumetti e film? O fumetti e videogiochi? O fumetti e dipinti?
La domanda è più una provocazione. In effetti, almeno a livello superficiale, fumetti e romanzi condividono qualcosa in più. Ma non sarò qui a parlarne. Aggiungo solo il fattore del supporto: la carta. Un libro è un libro, che contenga fotografie, parole scritte, ricette di cucina, fumetti, ... Per fortuna il web annullerà completamente nel tempo questa associazione. Sarà più semplice fare confusione.
Ma facciamo un passo avanti.
Un fumetto contro un nutrito elenco di romanzi. Quel fumetto, puoi starne certo, è nella lista dei concorrenti quasi esclusivamente per ragioni extra-fumettistiche. E non sempre, ammettilo, per i suoi meriti intrinsechi.
Questo scenario rappresenta l'occasione migliore per il lettore (critico (autore (animatore culturale))) militante per portare avanti la sua battaglia: votare votare votare votare il Fumetto. Far vincere l'oggetto della sua battaglia ideologica. Questo, senza aver letto le altre opere in lizza e, certamente, a prescindere dai meriti reali del lavoro. Il risultato?
- il fumetto deve vincere anche se è meno interessanti di un qualunque lavoro di narrativa;
- il fumetto sbagliato potrebbe prendere il centro della scena, sempre per le ragioni sbagliate (non per le sue qualità specifiche, ma perché è un rappresentante di un gruppo minoritario e ghettizzato, il Fumetto);
- i lettori "generalisti" potrebbero ritrovarsi a leggere il loro primo fumetto dopo tanti anni perché ha vinto un concorso. Suona strana questa frase, ma è il motivo per cui si fanno i concorsi. Ebbene, il lettore potrebbe leggere il fumetto e pensare... boh, forse torno a leggere solo narrativa, ché questa specie, questa categoria, come si chiama, "Fumetto", non è che mi piaccia tanto. Ricordavo di aver letto Tex più divertenti;
- gli autori di fumetti che non hanno avuto la fortuna di avere il proprio lavoro tra quelli del concorso alzerebbero le spalle e penserebbero... è sempre così. Nessun merito. E si ritirerebbero nel loro angolo già buio, ancora più buio;
- ...

Nello scenario più realistico quel fumetto, in effetti, non vincerebbe mai.
Poi ci sono le eccezioni. E "concorsi" diversi, con sezioni speciali (!).
Poi ci sono gli editori. La ragione principale per la quale ci sono così tanti lettori (critici (autori (animatori culturali))) militanti rispetto al fumetto è che la maggior parte degli editori di fumetti non sa fare il proprio lavoro. Come si forma, scaccio il pensiero dalla testa. Troppo inopportuno.
Il fumetto è vivo!

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