La verità dei fatti, intanto, è un concetto a cui non
siamo più abituati, perché la cacofonia di (dis)informazione in cui siamo
immersi lascia trasparire solo isolati pezzi di territori mentali che difficilmente
si ricompongono in un puzzle. La ricerca della verità dei fatti è proprio come
la ricostruzione di un puzzle di cui non hai più alcun riferimento, nessuna
figura da copiare o sovrapporre. Di fronte a te ci sono innumerevoli pezzi, e
sta a te sceglierli, definirne un senso, ritrovare le relazioni con gli altri
pezzi e vedere se combaciano. Sbagliare è facile, il tempo personale da
investirci è molto, ma quando quel pezzo va a collocarsi nel posto giusto, o
forse meglio, in quello che a te appare il posto giusto, quando questo accade
la soddisfazione è grande. Anche quando l’immagine che appare non ci piace, è
spaventosa e brutale.
La verità dei fatti è quindi sfuggente, incerta, e richiede un sacco di determinazione e di tempo. E chi ha più tempo da investire in una ricerca di questo tipo, quando possiamo perdere letteralmente il nostro tempo inseguendo immagini, storie e idee più ammiccanti, confortanti, immediate… e, naturalmente, scomposte, usa e getta, che spengono il giudizio critico ma offrono una soddisfazione immediata?! Anche nel fumetto, questo processo accade continuamente. Pensa all’ultimo fumetto che hai letto che ti ha offerto un’occasione reale di comprensione e non una semplice opportunità di evasione? Credo che dovremmo sempre meno cercare di evadere e sempre più di focalizzarci sulle cose utili e che favoriscano la ricomposizione dei puzzle.
La verità dei fatti obbliga all’impegno civile. Ed ecco
Claudio Calia, e il suo citizen journalism. Ed ecco il suo ultimo lavoro per
Becco Giallo, Dossier TAV. Fatalmente, la verità dei fatti richiede anche di
schierarsi, forse, oggi, l’unico modo affinché un puzzle prenda forma e si
definisca nelle sue caratteristiche salienti. Siamo figli del relativismo,
certo; nel mondo post-moderno in cui viviamo l’ingenuità della verità unica è
forse superata. Ma non l’aderenza acritica e ideologica a fazioni e squadre che
impongono l’esercizio sterile e infantile del tifo. Ecco, il lavoro di Calia è
diverso. Non è sommerso da ideologia, ma pregno di una ferrea convinzione nel voler
restituire un po’ di visibilità a quella che un tempo (ancora?) si chiamava
contro-informazione. Alla faccia (in sfida) al relativismo imperante.
Soggettivismo contro relativismo, o ancora, chiarezza contro confusione imposta
dai quotidiani e più diffusi mezzi di comunicazione.
Calia è poi stranamente convinto che il fumetto sia lo
strumento più adatto, oggi, per questo impegno civile. Ci vede una chiarezza,
una sintesi, una fruibilità che altri media oggi sembrano avere perso.
Queste e altre sue verità dei fatti si trovano in Dossier
TAV, che non è il fumetto che ti aspetti. E che riesce nel complesso tentativo
di divulgare senza annoiare, anche laddove i fatti sono elencati in modo
sintetico ma puntuale e, perché no, piuttosto dettagliato per un fumetto (ma
chi lo pensa, non ha mai letto nulla di Ted Rall e non ha capito nulla del
fumetto). Calia mantiene quell’approccio interessante e diretto già visto in
altri suoi lavori (È primavera, Intervista a Toni Negri, per esempio) in cui
diventa personaggio (non protagonista) della narrazione. In Dossier TAV le
emozioni di un ricercatore della verità si (con)fondono quindi con gli eventi
narrati, in un intreccio vitale.
Lo stile di Calia è personale, non esteticamente bello, non
virtuoso, ma efficace. Se lo accetti per quello che è, potresti avere grandi
soddisfazioni. Se accetti che la realtà
dei fatti possa non essere narrata attraverso il realismo ma il simbolo e la sintesi visiva.
Di Dossier TAV sono riuscito a strappare la parte che, per
me, rappresenta il cuore del fumetto. Decontestualizzata dal resto credo
funzioni comunque molto bene, e soprattutto offre un’idea chiara ed emozionante
del punto di vista dell’autore e del suo editore su tutta la vicenda TAV, di
cui non ho detto nulla fin qui, perché non è questo il punto. Non oggi.
Un sentito ringraziamento a Becco Giallo, quindi, per
l’opportunità, e soprattutto a Claudio Calia, senza il quale, tra l'altro, tutta l’idea e lo
sviluppo di ^S^Christmas non avrebbe mai avuto la luce.
Il fumetto vive!
Interessante, specie se si riesce a raccontare la realtà con un linguaggio universale come il fumetto.
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