lunedì 25 marzo 2013

Shanghai Devil, 18 - La sorgente dei fiori di pesco

^Sigh^Score! 4/6


Preserva l'Uno dimorando nelle due anime:
sei capace di non farle separare?
Pervieni all'estrema mollezza conservando il ch'i:
sei capace d'essere un pargolo?
Purificato e mondo abbi visione del mistero:
sei capace d'esser senza pecca?
Governa il regno amando il popolo:
sei capace di non aver sapienza?
All'aprirsi e al chiudersi della porta del Cielo
sei capace d'esser femmina?
Luminoso e comprensivo penetra ovunque:
sei capace di non agire?
Fa vivere le creature e nutrile,
falle vivere e non tenerle come tue,
opera e non aspettarti nulla,
falle crescere e non governarle.
Questa è la misteriosa virtù.


da, Tao Te Ching di Lao Tzu, trad. di Luciano Parinetto

info: shanghai devil

domenica 24 marzo 2013

^Sigh^Life! - Gabo disegna i cattivi di Spidey

Ieri pomeriggio, mio figlio Gabo ha disegnato su un foglio i simboli che rappresentano i principali cattivi di Spider-Man.

Da sinistra a destra e dall'alto in basso:
Dr. Octopus, Testa di Martello, Goblin, L'Uomo Sabbia, Elektro, Venom, Rhino, Carnage.


mercoledì 20 marzo 2013

^Sigh^Quote! 28

Difficile scegliere, quindi...










da Freccia Nera, in Gian Burrasca e altre storie, di Gianni De Luca e Paola Ferrarini, ed. Black Velvet/Giunti
un approfondimento di Alberto Casiraghi su LoSpazioBianco.it

^Sigh^Life! - Digitalizzazione e alimentazione




La digitalizzazione editoriale prosegue a grandi passi. Progressivamente, sempre più libri (di narrativa, a fumetti, …) avranno formato digitale e saranno facilmente scaricabili da internet, a pagamento e, sempre più, con modalità meno lecite.
A differenza della musica, la modalità digitale richiede ai lettori di far proprie diverse abitudini esperienziali nuove. È ovvio, la musica, in qualunque formato sia, la si ascolta più o meno sempre nello stesso modo. La lettura è un’esperienza diversa. Il grande successo dei tablet, oltre a un ovvio implicito legato alla moda del momento, sta di fatto modificando queste abitudini.
La diffusione di musica digitale pirata, oltre a mettere in forte crisi il mercato delle case discografiche che, a mio avviso, hanno guadagnato fin troppo nei precedenti decenni sulle loro produzioni, drogando all'inverosimile il mercato, sta imponendo ai musicisti un cambiamento di prospettiva importantissimo. I soldi per la loro creatività non deriva più dai diritti delle copie di dischi vendute, ma dalla musica dal vivo e da altre forme collaterali di guadagno. Se ci pensi, un cambiamento di prospettiva radicale che può davvero favorire un ritorno a un’esperienza sonora totale, diretta e concreta. Che ha in sé anche un’altra sfida: incidere sulle abitudini culturali del pubblico, in particolare di quello giovane, che vive spesso la musica come un prodotto astratto usa e getta, per lo più legato a un valore commerciale e promozionale (la musica come un elemento di merchandising per promuovere stile, idee commerciali, altri prodotti consumo). Insomma, in ambito musicale, dove la rivoluzione digitale è già matura, la sfida è aperta e, per molti versi, già chiara.
Ma se torniamo nell'ambito dell’editoria, il fantasma della diffusione pirata delle opere ha implicazioni ben diverse. Un autore che non guadagna più dalla pubblicazione dei suoi lavori, da cosa potrà trarre il proprio congruo guadagno per la propria opera? Attraverso innovative performance letterarie? O cosa? Il dubbio mi rimbalza da tempo nella testa. E spiega anche in buona parte la reticenza di molti editori e autori ad aprirsi al mercato digitale. Perché se è vero che la digitalizzazione di prodotti pubblicati su supporto cartaceo è già avviata e tutto sommato relativamente semplice, il fatto di mettere a disposizione del mercato un prodotto già digitalizzato velocizza in modo esponenziale tutto il processo.
Esiste un’altra faccia della medaglia. La diffusione digitale di prodotti pirati e quindi gratuiti può favorire la scoperta di moltissime opere di autori poco noti o sconosciuti, proprio in ragione del “rischio” pressoché nullo che vi è legato. Nella musica è già successo. Sta già succedendo. La diffusione gratuita, inoltre, può avere una notevole ricaduta culturale: se manteniamo il sillogismo (certamente da verificare) che gratuità vuol dire maggiore diffusione, è possibile che gli autori nel tempo possano acquisire una visibilità e un peso culturale molto maggiore di oggi (Harry ne aveva in qualche modo accennato qui con una provocazione). Ma in questo ambito, ci ritroviamo di fronte a un grande ostacolo. La diffusione esponenziale di materiale editoriale digitalizzato e gratuito (che elimina il problema della ricerca, dello spazio e del costo) non implica che esso venga realmente letto dal possessore. La lettura rimane un’esperienza rinchiusa in una nicchia. I molteplici eReader saranno una reale occasione per sbloccare questa situazione? Mi rimangono seri dubbi.
Cosa ne pensi?

lunedì 18 marzo 2013

Per farla finita con il cinema

^Sigh^Score! 5/6

Ricordo di essere uscito dalla sala
amareggiato
gioioso
arrabbiato
eccitato
solo
partecipe
illuso.
Luci e ombre e riflessi.
Il mio non-luogo per eccellenza
prima che diventasse passione.
Grande amore lontano, il cinema.

info: per farla finita con il cinema

venerdì 15 marzo 2013

Le Storie 6, Ritorno a Berlino

^Sigh^Score! 4/6

Nascita morte amore
sono la spina dorsale 
del romanticismo.
Una piccola storia si specchia
nella tragedia umana della vita.
Un semplice gesto, si saluta
e si va.
Rimangono i segni sul foglio.
Si vorrebbe che tanta bravura
generasse figli più forti. 
E indimenticabili. 
Ma anche la morte, in obliquo,
sa essere generosa.

giovedì 14 marzo 2013

^Sigh^Quote! 27



da Gian Burrasca e altre storie, di Gianni De Luca e Claudio Nizzi, ed. Black Velvet/Giunti

^Sigh^LSB! - Approfondimento su Julia



A corredo dell'intervista a Giancarlo Berardi, in un mio articolo analizzo alcune delle caratteristiche più interessanti di Julia, partendo dal numero attualmente in edicola.
L'articolo lo trovi qui.
Adesso un estratto:

Julia, pur in certe “ritualità” delle sceneggiature, nella relativa rigidità della griglia, nella compattezza stilistica richiesta ai disegnatori, con un bianco e nero essenziale e la chiarezza del tratto, è una serie che potremmo definire “calda”, che richiede e trova la costante partecipazione emotiva dei lettori. È questa, a mio avviso, una delle chiavi di volta del successo che Julia ha tra le lettrici donne, insieme alla scelta di avere una protagonista femminile.

^Sigh^LSB! - Intervista a Berardi



Finalmente online su LoSpazioBianco.it, grazie all'imprescindibile collaborazione di Ettore Gabrielli, la mia intervista a Giancarlo Berardi, dove parliamo ampiamente di Julia, del processo creativo e delle tematiche di questa atipica, ma di successo, serie della Sergio Bonelli Editore.
Riporto un estratto, dove Berardi ricorda la collaborazione con un maestro del fumetto italiano:

Mi è davvero impossibile non chiederle un aneddoto in merito al lavoro con Sergio Toppi. Come è avvenuta la collaborazione per il n. 11 di Julia?
In quel periodo, Toppi aveva poco lavoro. Fu Bonelli a suggerirmelo. Ne fui onorato, perché avevo amato molto i suoi disegni e lo consideravo uno dei miei maestri, tra i pochi che hanno reso il fumetto un fatto culturale. Essendo nato come illustratore puro, aveva difficoltà a seguire la sequenza tipica di Julia, così, ci accordammo che Mantero e io gli avremmo fornito il layout di tutta la storia. L’umiltà di questo grande artista – già avanti con gli anni – era solo paragonabile alla sua grandezza professionale. Più volte mi mostrò le sue bellissime tavole dichiarandosi insoddisfatto e pronto a rifarle, se glielo chiedevo. Che grande lezione. Fu un vero signore, nella vita e nel lavoro.  


Tutta l'intervista qui.

lunedì 11 marzo 2013

^Sigh^Quote! 26

understatement:




Poche storie hanno segnato l'immaginario collettivo del fumetto italiano dell'ultimo decennio come Mater Morbi, l'episodio di Dylan Dog scritto da Roberto Recchioni e disegnato da Massimo Carnevale.

Bao Publishing, nel presentare il lavoro di Recchioni e Carnevale

^Sigh^Life! - Critica diacronica


particolare di una cover di shanghai devil, a firma corrado mastantuono


Non è facile seguire le serie numeriche.
Richiede tempo, organizzazione, ordine e passione.
Ed è così che da almeno un anno accumulo ma non leggo Rat-Man di Ortolani; da un semestre Shanghai Devil di Manfredi e così via. Alla fine è solo una questione di fiducia. Perché questa fedeltà non è motivata da un riscontro reale. Pensa, dei due esempi citati, so già che almeno in un caso la mia fiducia sarà malamente tradita.
Il disordine delle serie si muove anche in altro modo.  Leggo Julia in modo disordinato, abbandonando la sequenzialità degli episodi. Almeno fino a marzo, fino al nuovo amore della protagonista, che mi costringerà forse a una nuova ritualità. Tex si muove a blocchi mensili. Storie vecchie di anni che non ho letto, ma l’ultimo gruppo di storie collegate sì. Dipende dal momento in cui ho l’albo tra le mani.
Più attenzione per le nuove nate. Saguaro è stato appena recuperato, uno dopo l’altro, che qui la fiducia va ancora conquistata. Ma Bruno Enna cosa sta cercando di fare? Una domanda cui risponderemo in un altro momento. Le Storie è più semplice. Un seriale non seriale. La lettura disordinata quasi ne giova. E questo, a merito dell’impostazione di un progetto che non è nuovo nella struttura interna, narrativa ed estetica, ma nell'idea di serialità. E chi cerca altro, sbaglia.
E naturalmente, nel seriale disordinato, qualcuno viene abbandonato. Nathan Never addio. Davvero addio. Dampyr, che è tornato nelle mie ritualità per un breve, brevissimo tempo, abbattuto da collaborazioni senza alcuna ispirazione, addio. Dylan Dog no. Nella ritualità non c’è più da troppi anni.
Il disordine seriale ha almeno un pregio che mi piace condividere. Favorisce un’analisi critica diacronica. Quella sana distanza dall'immediato,  quella possibilità utile e divertente di leggere in fila più di un numero di una serie, quella distanza dal sordo clamore (?!) che segue ogni nuova uscita. Ecco, bando alla sincronicità, il distacco dal seriale ne favorisce un’osservazione meno necessaria e contingente. Forse, quello dello sguardo sincronico, è uno dei difetti principali della critica di questi anni. 

Saguaro 10, Spiriti liberi

^Sigh^Score! 4/6

Uno sguardo sulla civiltà
persa nelle gabbie della prigione.
La tortura e la punizione
il pregiudizio e la rabbia.
Il movimento dei personaggi
è guidato dalla mano di una
dimostrazione:
il pre-testo di un'accusa.
E le griglie si confondono,
tra avventura e vita,
morte e finzione.
L'audace Bonelli pubblica.
Lo spazio è compresso.

info: saguaro 10, spiriti liberi

^Sigh^Quote! 25



di deco, da qui

lunedì 4 marzo 2013

^Sigh^Look! - Grendel, Ecco il diavolo




Matt Wagner è un autore che fatico a capire.
Sempre sul filo tra approccio mainstream e autoriale. Ha scritto (e disegnato) per importanti case editrici statunitensi, ha creato propri personaggi (ricordo tra gli altri, Mage) e ha sviluppato un personaggio come Grendel che ha superato nel tempo le premesse stesse su cui è nato. Tutto questo, senza mai perdere di identità.

Matt Wagner è anche diventato estremamente razionale e distaccato rispetto al medium fumetto. La sua abilità tecnica, conquistata in anni di impegno (ammettiamolo, non è un puro talento grafico), è diventata sempre più liturgica ed estetica. Ha rielaborato molti cliché narrativi tipici dei comics di supereroi, per costruire un suo stile fatto di scelte anticonvenzionali, e quindi, spesso un po’ scomode. Ma sempre eleganti e di ampio respiro. E consapevoli. E a volte fin troppo necessarie, per i tempi in cui sono apparse.
Matt Wagner è un autore che sento freddo. Ed è un paradosso enorme, se mettiamo questa sensazione in collegamento con i temi che da sempre ha affrontato sul suo Grendel: amore, violenza, morte, vendetta, moralità (o la sua assenza). La sua freddezza mi suscita fastidio. E riflettendo, e tornandoci su lettura dopo lettura, capisco che questo risultato è proprio quello che ha voluto creare. E la sua figura di autore ne esce vincente e solida.
Nel paradosso tra freddezza tecnica e cinica, e calore dei temi trattati, ci avviciniamo a comprendere il suo successo e la sua grandezza nel fumetto popolare statunitense. Pensiamo a Grendel. Esso nasce come aberrazione antieroica dei supereroi tradizionali, e diventa simbolo ultra-storico della violenza nel mondo. Un concetto piccolo che esplode. Esasperato dalla cura di Wagner ma anche di tanti altri autori ricchi di talento che ha saputo coinvolgere nello sviluppo di questa simbologia (ricordo per bravura e nostalgia, il duo Darko Macan e Edvin Biukovic), Grendel ha mutato forma molte volte, spiazzando il lettore e diventando, in ultima analisi, un perfetto gioco meta-comunicativo adattabile alle più disparate possibilità narrative.
Da parte mia, quindi, c’è un grande interesse per l’autore e il suo personaggio, che rimane in qualche modo sfuggente e idiosincratico.
   


Panini Comics riprende il personaggio in un progetto che prevede la pubblicazione di tutte le vicende sin qui realizzate. Per avere un quadro più ampio e completo dell’iniziativa, devi solo collegarti a LoSpazioBianco.it, per leggere un’analisi del personaggio e l’intervista ad Antonio Solinas (editor del progetto insieme all’amico Nicola Peruzzi) a cura di David Padovani.
Di seguito, invece, grazie alla disponibilità dell’editore, puoi leggere in esclusiva un bello stralcio di Grendel, Ecco il Diavolo, episodio inedito della saga del personaggio, in uscita in questi giorni in libreria. Si tratta della parte centrale della storia e credo rappresenti perfettamente non solo il cuore della vicenda narrata, ma anche tutti gli aspetti tecnico-narrativi cui ho accennato sopra (dai ritmi, alle scelte visive, alla stratificazione delle voci, ecc.).
Mentre ti avvicini a queste pagine, sentirai una serie di punti di domanda imporsi nella tua mente. Non dipendono solo dal fatto di entrare in una vicenda già avviata (come detto, proponiamo una sequenza centrale di Ecco il Diavolo), ma anche e soprattutto da come Matt Wagner ha negli anni dato forma al suo personaggio, multiplo, ambivalente, misterioso e inspiegabile. Credo che in queste incertezze si nasconda la sua ferocia e la sua forza evocativa. Non spaventarti e seguine le tracce.
Il fumetto è vivo!



info: articolo di David Padovani su LoSpazioBianco.it
       intervista a Antonio Solinas su LoSpazioBianco.it
       presentazione del progetto sul sito di Panini Comics
       un mio vecchio articolo su Grendel per LoSpazioBianco.it

Saguaro 7, Uno sporco gioco

^Sigh^Score! 4/6

Nell'affrancarsi dal modello Tex
Saguaro entra nell'orbita
secondaria
che ne segna l'evoluzione
e l'interesse.
Rapido ripensamento nel lettore.
Che malgrado gli inciampi dei disegni
di altri numeri,
si può accomodare in questo nuovo
piccolo spazio di novità nella continuità.
Luigi Siniscalchi è in forma
e informa la migliore puntata
di questo serial finora.

info: saguaro 7