Strumenti oracolari
Per ragioni professionali e personali, negli ultimi anni mi sono ritrovato ad approfondire alcuni strumenti di diverse tradizioni utilizzati per fare oracoli.
Ho iniziato con i Tarozzhi Zen di Osho. Sono diretti, intuitivi, semplici e al tempo stesso profondi. Nel mio lavoro di musicoterapeuta, li ho trovati molto utili nello stimolare suggestioni immediate alle persone.
Per ragioni professionali e personali, negli ultimi anni mi sono ritrovato ad approfondire alcuni strumenti di diverse tradizioni utilizzati per fare oracoli.
Ho iniziato con i Tarozzhi Zen di Osho. Sono diretti, intuitivi, semplici e al tempo stesso profondi. Nel mio lavoro di musicoterapeuta, li ho trovati molto utili nello stimolare suggestioni immediate alle persone.
Più complesso, stratificato, affascinante e, si potrebbe dire, totale l'approccio all'I Ching, o Libro dei Mutamenti, uno degli strumenti oracolari antichi più diffuso in occidente, che affonda le sue radici nella millenaria filosofia tradizionale cinese e che è alla base dei successivi sviluppi della filosofia Taoista. L'I Ching è prima di tutto un libro di saggezza, e agli inizi del Novecento del secolo scorso si è diffuso rapidamente in Europa grazie all'ottimo lavoro di traduzione (dal cinese al tedesco) di Richard Wilhelm, con un'introduzione che è entrata nella storia da parte dello psicanalista Carl Gustav Jung. Lo studio di questo libro, della sua filosofia e delle sue potenzialità oracolari è infinita.
Negli ultimi mesi, poi, ho iniziato a esplorare con grande interesse i Tarocchi di Marsiglia, grazie al lavoro magistrale, tradizionale e rivoluzionario insieme, sviluppato nel corso di alcuni decenni di studio da parte di Alejandro Jodorowsky. Qui sotto puoi vedere gli Arcani Maggiori dei tarocchi marsigliesi, secondo il lavoro di restauro realizzato da Jodorowsky e Camoin. Ma su questo mi concentrerò nei prossimi articoli, perché è di lettura sequenziale che ho intenzione di parlare.
(continua)
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