giovedì 16 gennaio 2014

^Sigh^Life! - Perché e-mettere insieme i pezzi


Non sempre abbiamo una risposta a questa domanda:
Perché facciamo quello che facciamo?

Rispondere è ancora più difficile se occupi parte o tutto il tuo tempo all'esercizio della critica sul fumetto. E osservando il panorama dei siti di critica specializzata in Italia, la domanda sembra essere urgente. 
Riflettevo su questo, sfogliando quotidianamente la nuova fumettologica.it e mettendo a confronto la mia percezione con quella espressa da Marco Pellitteri, qui (e che riporto):

"Mi piacerebbe che si parlasse del reciproco posizionamento e livello qualitativo, nonché estensione e approfondimento dei discorsi critici oltre che della vena informativa, di “Fumettologica” rispetto agli altri siti di informazione e penso che a farlo dovrebbe essere qualcuno proprio sulle pagine dello “Spazio Bianco”, che secondo me, oltre a svolgere un lavoro molto curato e coerente, forse ha ricevuto un parziale abbandono di lettori per “Fumettologica”, a mio avviso ingiustificato (se fosse cosí che stanno le cose) dato che i due siti sono molto diversi. Coprono informazioni in moltissimi casi diverse e “Fumettologica”, che in teoria si presenta come la prosecuzione e fusione di due siti precedenti di spazio critico, di fatto è una specie di TgCom del fumetto italiano e nulla più, a parte una sola rubrica tenuta da Evil Monkey con articoli interessanti e critici, ma anche periferici. Spero che si apra un dibattito, per migliorare tutti, lettori e soprattutto addetti ai lavori".

Ci pensavo, sovrapponendo anche le parole di Walter Chendi (devo parlarvi del suo nuovo bellissimo lavoro che ho letto in anteprima!) che ha espresso in un commento a un mio precedente articolo

“…tornare al buon senso di giudicare un’opera al di là della presunta etichetta che le viene data. Tornare alla forza espressiva e comunicativa del lavoro…”
Quel che mi colpisce, seguendo il tuo ed altri blog attinenti al fumetto, è la grande differenza nel numero di commenti che vi trovo. Attenzione, non la qualità dei commenti, ma solo il loro numero. Una sorta di share che chissà se vuol dire qualcosa.
Ho sempre l’impressione che se intingi la tastiera nell’autocelebrazione, nella denigrazione degli altri, nel compiacimento delle copie vendute, nella capacità di ripetizione delle situazioni, canoni, personaggi e soluzioni, oltrechè in una spolveratina di politicamente corretto, se lo fai allora hai molti interessati a commentare questo mondo meraviglioso che non conosce crisi.
Se, altrimenti, provi a scrivere, in una visione generale, criticando la ormai cronica stitichezza di quello stesso mondo, allora troverai un commento, magari entusiasta, se ti va bene.
[...]
Forse il tuo articolo è troppo difficile. Forse è solo troppo lungo. E’ più facile che venga commentato un commento, più breve e sul quale si può cercare di deviare il discorso, quando non la si butta in rissa verbale.
Dire che bisognerebbe tornare alla forza espressiva o alla costruzione seria di racconti nuovi, per quel che vale il termine, ma che “stanno in piedi” da qualsiasi posizione li guardi, dire questo non è interessante, non è “carino” verso quel meraviglioso mondo, convinto che quantità sia meglio di qualità.
Lo sai che ti leggo sempre volentieri, ma mi verrebbe da dirti: lascia perdere, è una battaglia persa.

Perché si fa critica sul fumetto, in Italia? Chi la fa? Quali sono le reali ambizioni di chi ci opera?
Cosa differenzia davvero un sito (ambizioso) come fumettologica.it dagli altri? Credo che manchi, per la maggior parte dei siti che si occupano di critica fumettistica, un chiaro punto di vista editoriale. E credo che non sia semplice leggere le reali intenzioni di chi vi opera... da scegliere nel mare magnum delle tante possibili intenzioni:
interesse
visibilità
passione
tempo libero
potere
gioco
condivisione
...

Ognuno può mettere la sua lista. Ma a conti fatti, la cosa che più viene rimproverata a chi la critica la fa è l'opacità in merito alla questione centrale: i motivi e la buona fede. Non è un caso se è a quella che la maggior parte degli autori di fumetti si appellano in caso di critiche non positive.
Mi ostino a pensare che non hanno ragione. Ma fugare ogni dubbio è difficile. 

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