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martedì 15 ottobre 2013
^Sigh^LSB! - Orfani
Da un po' di tempo non scrivo qui. Sono nel pieno di un trasloco con annesso cambio di vita.
Segnalo solo un articolo che ho scritto per LoSpazioBianco.it a proposito di Orfani, la nuova serie Bonelli di Recchioni e Mammucari. Un articolo lungo, ma che potresti trovare di qualche interesse, perché allarga di molto il campo.
L'articolo intero è qui.
Di seguito un estratto.
In Orfani, Recchioni opera una scelta chiara e netta: la modernità deve essere al primo posto. Lo sceneggiatore sceglie quindi di puntare su dialoghi eccitanti, vivaci, coloriti, semplici e rapidi.
La scansione delle tavole è contrappuntata da pochi baloon, raramente di grandi dimensioni, dove poche frasi secche e incisive, sopra le righe e intenzionalmente d’effetto muovono la vicenda e definiscono le dinamiche tra i personaggi e i caratteri.
Una scelta coerente con l’impostazioneconcept-oriented di cui abbiamo già parlato ma che non sempre lascia soddisfatti.
Se, infatti, appare chiara l’intenzione dell’autore, al lettore spesso arriva un’amara sensazione di posticcio, d’irrealismo spinto all’eccesso. La scuola di riferimento è senza dubbio un certo hypederivante dal fumetto supereroistico statunitense.
Ma quello che sembra semplicemente funzionare nel fumetto statunitense (complice anche la naturale sintesi ed enfasi simbolica della lingua inglese), in Orfani mette spesso a disagio. Il realismo non è la chiave, come detto. Ma la coerenza narrativa (e linguistica) necessita forse un maggiore equilibrio nelle scelte. Il rischio è di sentire i personaggi parlare tutti nello stesso modo, attraverso frasi fatte, “telefonate” e incoerenti con le caratteristiche intrinseche degli stessi.
Un esempio su tutti è quello del modo con cui i ragazzini della prima linea temporale parlano tra loro. Non ci si aspetta certo l’infantilismo. Non si sottovaluta la necessità psicologica di bambini posti in una situazione di grave crisi e pericolo a crescere in fretta. Ma in troppi momenti, i dialoghi di questa parte di storia hanno espresso pensieri che difficilmente possono occupare la mente dei bambini. Irrealismo funzionale alla narrazione o eccessiva semplificazione?
Dunque, è vero che molti adulti non riescono a tornare bambini?
RispondiEliminaTemo un pò entrambe le cose, riguardo all'ultima domanda.
RispondiEliminaL'ho sfogliato in edicola. Mi è sembrato un prodotto confezionato con molta cura e professionalità. E con una dedizione attenta al dettaglio. Davvero. Però mi ha lasciato freddo. Forse preferisco il bianco e nero tradizionale, che so. Niente, non l'ho preso, temo non sia un genere troppo nelle mie corde. Mi auguro però che possa incontrare il favore del pubblico, ci mancherebbe, anzi, credo che questo tipo di operazioni siano pensate per catturare nuovi lettori ben più giovincelli di me.
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