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lunedì 1 ottobre 2012

^Sigh^Life! 06



È più importante l’Artista o la sua Arte?
Se guardiamo da dentro il piccolo mondo e il posto che occupiamo in esso, non c’è dubbio: l’Artista prima di tutto. E nel luogo preferito dai fumettisti e dai loro lettori appassionati, questo è ancora più vero. In questa attualità fatta di leggerezza, superficialità e consumo, si può arrivare al paradosso per cui l’Artista si afferma ancor prima che lo faccia la sua Arte. Il primo arriva dove non arriva la seconda. Perché la creatività è al servizio del potere istituzionale, dell’affermazione della propria identità metacomunicativa. In tanti, troppi casi, l’Arte è un pretesto per l’affermazione dell’Artista.
Per raggiungere questo obiettivo, l’Artista si distrae e impegna il proprio tempo nelle battaglie sbagliate.

Ma l’Arte è una sfida, è ricerca, è duro impegno, è sorpresa, è mettersi costantemente in discussione, reinventando ogni giorno il proprio occhio che osserva, la propria mente che elabora, le proprie emozioni che rivelano. Alla fine, davvero, l’artista non dovrebbe contare più nulla. Dovrebbe rimanere solo la sua opera. Quel che l’Artista ha da dire al di fuori della sua Arte può essere importante socialmente, culturalmente, o per la sua comunità di appartenenza. Ma non modifica di nulla la qualità della sua opera. Ma molti fumettisti se ne dimenticano. Egotismo e bulimia multimediale spengono la creatività e l’emozione del loro impegno. Il potere istituzionale è così ammaliante, vorace. Peccato che sia effimero, illusorio e paralizzante. Paralizzante.
Abbiamo così tanti Artisti paralizzati dalla loro appartenenza istituzionale, nel mondo del fumetto, che neppure ci ricordiamo più perché seguiamo le loro opere. L’idea dell’intrattenimento a tutti i costi si mangia tutto, primo tra tutto il tempo. E allora,  leggere quello che un fumettista scrive nel suo blog rischia di diventare più divertente, creativo, intrattenente della sua opera. E il nostro tempo vola via.

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