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lunedì 17 settembre 2012

^Sigh^Life! 04

da watchmen - alan moore e dave gibbons

Il lettore di fumetto militante è un uomo di fede. Ha ideologie, rituali e divinità da rispettare e adorare. Il suo pantheon è fatto di personaggi a fumetti, di autori di fumetti , di editori di fumetti.
Nel cerchio magico della religione istituzionalizzata chiamata Fumetto, la critica si sviluppa soprattutto come modalità per sostenere una specifica ideologia, fatta di dogmi inattaccabili, e di icone che non devono essere messe in discussione, pena l’eresia. I credi sono di diversa natura, tra loro spesso inconciliabili: il Bonelli, l’Autore, l’Arte, l’Intrattenimento, l’Avventura, l’Autobiografia, il Manga, i Supereroi, il Minimalismo, ...
Il critico militante, che appartiene a una di queste istituzioni, si rivolge a un suo pubblico di riferimento, composto da altre persone appartenenti al proprio gruppo, ovvero da persone che non ne fanno parte ma potrebbero entrarvi. È il tipico meccanismo del proselitismo.
Ogni critico militante ha in sé il fuoco della missione, per cui se non leggi fumetti (o certi fumetti) dovrai convincerti a farlo, oppure non hai piena dignità come essere umano. Non sei completo.
Su un piano tecnico, il critico scriverà articoli di forma diversa ma con l’obiettivo comune di sostenere delle idee precise che prescindono dallo specifico oggetto della critica, di ribadire la forza di un certo tipo di lavoro (o istituzione) o al contrario, la debolezza di altri. Chi legge partecipa di questa missione, e cerca nell’articolo solamente il rinforzo delle proprie convinzioni. Chi non legge fumetti in modo militante non lo capirà, si sentirà parte esclusa dell’argomento e, forse, ancora più lontano da quel mondo.
I tecnicismi di certe recensioni, che entrano più nel merito delle caratteristiche interne di quel fumetto, di quell’autore, di quella serie, servono a rafforzare il potere istituzionale, a valorizzare il più possibile conoscenze inutili a qualunque altro potenziale lettore che non condivida la fede. In questi scritti, non ci troverai nessun riferimento alla vita vera, a quello che si muove intorno a te, alla cultura, alla società di cui fai parte.

2 commenti:

  1. Ma quanto incide il critico militante così come tu lo descrivi sulla critica in generale? E quanto è presente, rispetto ad altre forme di critica?
    E soprattutto (ritorno cume uno stordito sull'argomento, che in fondo iè il tema di questo blog, giusto?): lasciando da parte il modello negativo, quale modello proponi? Non tanto di critico, ma di relazione fra critico (o divulgatore) e opere.

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  2. ciao simone.
    come spiego meglio nel prossimo ^s^life (lunedì), la critica militante nell'ambito del fumetto è secondo me pervasiva e condiziona buona parte dei rapporti tra critica e autori.
    esiste anche in altre forme d'arte. sempre esistito. ma credo che sia fortemente caratterizzante il mondo del fumetto.
    perché il fumetto va difeso, e si deve fare proselitismo.
    e questo viene prima ancora di una disputa sui generi. in fondo, il fumetto non è un genere?! :)
    al modello positivo, arrivo. ma in estrema sintesi, nasce da una visione consapevole del ruolo della critica, che vada oltre il rapporto interno tra lettore/autore/opera. la variabile che manca, quasi sempre, è l'apertura alla vita e a una visione della cultura e dell'esperienza espressiva/artistica ampia, personale, senza confini.
    un po' quello che fai tu!
    :)

    ^s^

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