disegno di seth
A molte persone il fumetto non piace, al di là dei
pregiudizi.
Non riescono a leggerlo, non trovano fluidità nel ritmo
disegno parola, non associano, si perdono nello spazio bianco tra una vignetta
e l’altra. Diventa un’esperienza dall’indifferente al frustrante.
Altre persone il fumetto non lo capiscono. Ne osservano solo
le caratteristiche superficiali, vedendo spesso i disegni (realistici?
cartoon?) come semplice accompagnamento alla parte testuale, che muove e
sviluppa la storia. Nella spensieratezza dell’evasione, buttano il loro tempo
ricercando storie rassicuranti e omologate. In inglese si direbbe friendly: il fumetto è un amico, con il quale passare un po’
di tempo ogni mese.
Molte altre persone ancora il fumetto non lo vedono. Non
esiste come forma di comunicazione, e tanto meno come forma artistica. Il
fumetto per queste persone è un oggetto, un prodotto che serve esclusivamente a
qualcosa, con una forma unica e precisa, esclusiva. Il fumetto è un genere o
uno stile o una scusa per sviluppare merchandising. Per queste persone il fumetto è morto.
Chi si illude di osservare e conoscere il fumetto,
per queste persone prova
*paura *sdegno *rifiuto *rabbia *superiorità *intolleranza *disprezzo *… Scegli tu
quello che preferisci.
Leggere fumetti diventa militanza. La scoperta e la
salvaguardia di un mondo ideale fatto di china, carta e computer graphics. Da
lì a diventare critici del fumetto, il passo è brevissimo. È una necessità.
Il motivo è ideologico, se non passionale, e in ogni caso rimane rinchiuso
all’interno di una bolla autoreferenziale. L’importante è scriverne, e
difenderlo. Non importa avere la competenza, o le idee, o il metodo. Quel che
importa sono la determinazione e l’energia. E di nuovo, il fumetto ne muore.
Perché tutte le altre persone, quelle che non apprezzano, capiscono
o vedono il fumetto se ne fregano. E un giorno segue l'altro, su orbite diverse.
Ok: usciamo dai nostri armadi.
RispondiEliminaMa non è semplice.
Non solo per il fumetto: pensa alla difficoltà di introdurre qualcuno alla musica.
O forse il fatto è che da un certo punto in poi il cervello si sclerotizza. Puoi far scoprire il fumetto a 10 anni, hai qualche speranza a 20.
Ma a 30 temo serva un'illuminazione
introdurre... anche questo è un pensiero da dentro la barricata. come una setta!
RispondiEliminano, il punto per chi fa critica è rompere questa idea del conflitto, o della presunta superiorità.
bisognerebbe cercare di diffondere e condividere idee sul fumetto che vadano oltre lo sguardo dall'interno.
dalle solite logiche e dalle solite parole.
no?
^s^
dimenticavo: soprattutto, non c'è alcuna missione da compiere.
RispondiEliminasolo l'umanissima attività della condivisione. cosa che la maggior parte della "critica" attuale fatica a fare.
^s^
Azz... 36 anni che leggo fumetti e mi accorgo solo ora che rientro abbondantemente nella categoria di quelli che non li capiscono.
RispondiEliminaehi skull, bentornato!
RispondiEliminache dire, c'è sempre tempo per scoprire le cose!
ma dimmi, dal fumetto cerchi solo evasione e rassicurazione?
e i disegni sono solo una (importante) appendice al testo?
non scherziamo, dai.
ma se chiedo a tanti lettori "generalisti" miei amici, ecco, rientrano perfettamente in questa descrizione.
^s^
bentrovato :)
RispondiEliminasempre no, ma spesso cerco proprio intrattenimento intelligente (prediligo i fumetti non impegnati) e rassicurazione (preferisco sapere più o meno cosa leggerò, quindi prediligo la serialità al volume singolo);
i disegni sono sicuramente importanti, ma subordinati al testo secondo me (meglio un buon testo con brutti disegni che un brutto testo con splendidi disegni, cosa che rimane vuota);
poi sicuramente ce ne sono TANTISSIMI che non capisco pur leggendoli e in parte apprezzandoli: uno per tutti, recente, Daytripper.
quindi concordo con la tua analisi e anzi mi sorprendo perchè non ne avevo preso sufficientemente coscienza: quando c'è da capire, non capisco. :)
"quando c'è da capire, non capisco"
RispondiEliminabellissima!
:)
^s^